Arte cinese
Dal tempo delle dinastie Shang, Zhou e Qin (circa 1500-206 a.C.) sopravvivono solo sculture, vasi rituali e statuette di bronzo. Il primo vero sviluppo dell’arte cinese coincide con il periodo della dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.). Nel periodo delle sei dinastie (3°-6° secolo), si forma lo stile classico dell’arte buddhista cinese. Nel 16° secolo, i Sei Principi di Hsien Ho pongono le basi di tutta l’arte cinese. Seguendo il principio di Chi Yoon (spirito vitale), l’artista deve essere in armonia con lo spirito cosmico. Hsien Ho viene ancora citato: per come gestire il pennello (fattore importante per tutte le arti cinesi), la precisione nella rappresentazione della natura, il colore, il disegno, e il compito della riproduzione, e in questo modo la persistenza delle vecchie norme. Durante la dinastia Tang, la scultura buddista e la pittura raggiungono il picco e lo studioso-pittore Wang Wei la arricchì di numerose tecniche come ad esempio l’arte su modello monocromatico. Lo stile classico del periodo della dinastia Song (960-1279) continua la sua evoluzione anche nella dinastia Yuan (1260-1368). L'arte del periodo Ming (1368-1644) è caratterizzata da una tendenza a riguardare il passato.
Questo è il periodo in cui Tong Chi-Chang teorizza la tipografia delle due scuole: del “nord” (cortigiano-accademica, Tang) e quella del “sud” (dotta). Si presume che quella del “sud” sia iniziata con Wang Wei sia superiore, poiché ha espresso la comprensione della legge morale del mondo rivelata nella natura. Durante la dinastia Qing (1644-1912) domina la produzione di numerosi piccoli oggetti d’arte raffinata. La pittura del paesaggio classico con inchiostro ed i colori su seta, è stata fortemente influenzata dalla calligrafia e il disegno spesso include delle scritte. Infine, la pittura su bambù è vista come un mezzo idoneo d’espressione per i maestri del tratto del pennello calligrafico.